Dona a chi ami ali per volare, radici per tornare e motivi per rimanere.  (Dalai Lama)

Tutti sognano il compagno o la compagna ideale immaginando una relazione in cui tutto fila liscio, un/a partner pronta/o ad ascoltarci, a sostenerci, a coccolarci. Una relazione in cui ci si senta compresi e appagati.

Ma cosa siamo disposti a fare per ottenerla? E soprattutto, conosciamo gli strumenti e le qualità necessarie che una coppia dovrebbe possedere per realizzarla?

La relazione perfetta non esiste e la mancanza di divergenze non la rende migliore, anzi, la mancanza di ostacoli da superare rende il rapporto piatto e senza stimoli. I conflitti non sono “il” problema. Esistono. E la solidità di una coppia non dipende dal fatto che ci siano o meno, ma da come questi vengono gestiti e risolti.

Ciò che rende serena e appagante una relazione di coppia, è una visione condivisa dello stare insieme e la volontà di trovare un punto di incontro nel rispetto di sé e dell’altro che sia soddisfacente per entrambi, anche quando si è in disaccordo.

Ma, come si possono tradurre in comportamenti e intenzioni queste qualità, in una relazione di coppia?

Ecco alcuni esempi.

Fiducia e rispetto:

la fiducia, non riguarda soltanto la fedeltà, come spesso si crede. Fidarsi vuol dire soprattutto, essere consapevoli e concordi del diritto alla libertà dell’altro.

– Stare insieme non vuol dire chiudersi a tutto il resto per passare ogni momento libero con la persona amata. Non c’è nulla di male nel prendersi degli spazi per passare del tempo con gli amici o per coltivare le proprie passioni. Nella giusta misura, la libertà individuale è un diritto e una sana abitudine nella vita di coppia: coltivare i propri interessi apre la mente a nuovi stimoli e arricchisce la vita contribuendo a portare nella relazione più vivacità e autonomia, più complicità e desiderio di condivisione.

Intenzione: “Mi fido di te, rispetto i tuoi spazi perché questo, è parte dell’amore che ho per te.”

– Ognuno deve essere responsabile di sé stesso, questa è la prima regola per crescere ed evolversi come individuo. Partendo quindi da questo principio, quanto è importante in una coppia riuscire a rispettarlo?

È molto importante!

Con il proprio partner, però, è più difficile da mettere in atto più che con qualsiasi altra persona perché il fatto stesso di essere una coppia, accorcia le distanze fino ad una intimità che, spesso, tende a farci confondere con l’altro e nel peggiore dei casi, a ritenerlo una nostra proprietà.

Avere ben chiari i limiti verso l’altro e la volontà di rispettarli, vuol dire accettare la sua individualità. 

Come?

Un esempio tra tanti, potrebbe essere non interferire nelle sue scelte lasciando che se ne assuma la responsabilità, senza cercare di manipolare le sue decisioni. Lasciare all’altro la libertà di scelta, di fatto, rafforza la sua autostima e nello stesso tempo rende liberi noi stessi da eventuali recriminazioni. Certo possiamo discuterne insieme e azzardare un parere ma, sempre tenendo conto delle differenze individuali e senza pretendere che l’altro si comporti diversamente. 

Intenzione: “Rispetto le tue decisioni, anche se a volte non le condivido, perché comprendo l’importanza che questo ha in difesa dei tuoi diritti e della tua individualità”

Affidabilità Vs indipendenza:

Su quali basi si può ritenere una persona affidabile e/o indipendente?

È affidabile una persona che mantiene le promesse?

Si, certamente lo è… ma fino a che punto è lecito e utile mantenerle?

Ok… non mi riferisco al fatto di impegnarsi per ritirare il suo vestito in lavanderia o di fare la spesa prima di rientrare a casa…questi sono compiti, incombenze occasionali.

E lasciamo stare la promessa di amore eterno che può essere il più eclatante errore…

No, parlo di qualcosa che in un momento di slancio ci porta a fare una promessa a lungo termine, perché in quel momento ci sentiamo così… Potrebbe essere qualcosa tipo: “d’ora in poi ti porterò la colazione a letto tutte le mattine”, oppure: “ti farò un bel massaggio alla schiena 2 volte a settimana”

Ma, quel sentire, quell’emozione che ha veicolato quello slancio non sono permanenti, e a lungo andare, la promessa potrebbe essere vissuta come una costrizione e non avere più ragione di essere mantenuta…

Che senso ha continuare a fare qualcosa che non vi da piacere o addirittura vi mette di cattivo umore?

Non è in situazioni come o simili a queste, che si dimostra l’affidabilità. Una persona affidabile è una persona che non si nasconde e, a fronte di qualcosa che non ha più senso, preferisce la verità.  

Fare per l’altro ciò che davvero desideriamo fare, per essere autentico, deve esprimersi nella libertà; non può essere blindato in una promessa, ma attuato nel tempo e nei (diversi) modi in cui si manifesta.

Siamo umani, non siamo robot.

Insomma, ciò che amiamo fare per l’altro ha senso fino a quando questo desiderio permane ed è spontaneo e non va contro la nostra indipendenza. 

 L’indipendenza va ben oltre quella economica, di movimento e decisionale. È il sapersi ascoltare, e agire secondo il proprio sentire e la propria volontà.

Intenzione: “Non ti farò promesse perché ciò che voglio vivere con te sarà il frutto della creatività, libertà e verità”

Riconoscere i propri errori: 

Si dice “sbagliare è umano”: nulla di più vero! Infatti in quanto esseri umani siamo imperfetti, eppure, l’atteggiamento dei più tende a volerlo negare, e spesso contro ogni evidenza.

Assistiamo giornalmente a comportamenti che riteniamo sbagliati negli altri, questo dovrebbe farci riflettere e aiutarci a capire che non possiamo essere l’unica persona giusta al mondo”, che anche noi sbagliamo e siamo soggetti al giudizio degli altri. Eppure, di fronte a qualcuno che ci fa notare un nostro comportamento discutibile, entra automaticamente in gioco una sorta di routine difensiva che porta a suscettibilità, rabbia e negazione.

Perché?

I motivi possono essere diversi e ci vorrebbe molto più di qualche pagina per descriverli ma, sostanzialmente si tratta di un atteggiamento dettato da un sentimento di insicurezza. Qualcosa che fa sentire sotto minaccia un equilibrio costruito sulla paura di essere sbagliati che non contempla la possibilità di errore.

No, non è un controsenso.

Quando si tenta ripetutamente di giustificare i comportamenti sbagliati, è perché esiste il timore di non essere accettabili come persone.  Per cercare la comprensione e il perdono bisogna ammettere di aver sbagliato, e per farlo è necessario riconoscerlo prima di tutto con se stessi e accettare l’idea di essere imperfetti.

Imperfetti non significa sbagliati. Sbagliato è il comportamento non la persona, non cadiamo in questa trappola!

Sbagliato è qualcosa che non si può modificare, imperfetto è qualcosa che si può migliorare e, l’essere umano ha le potenzialità per farlo. L’unica condizione è esserne consapevoli e volerlo.   

Ammettere i propri errori è un atto di forza e di coraggio, ed essere consapevoli dei propri limiti e assumersi le proprie responsabilità, sono opportunità che ci permettono di crescere, ci rendono liberi e contribuiscono alla nostra serenità.

Si, perché se accettiamo l’idea di poter sbagliare, possiamo ammetterlo anche con agli altri e, se lo ammettiamo con onestà e rammarico, ci sono alte probabilità di essere compresi e scusati.

Al contrario, continuare a difendersi pur sapendo di aver sbagliato, non fa altro che alimentare il conflitto con l’altro e con sé stessi restando, così, intrappolati nella lotta contro i rimorsi e i sensi di colpa.

E quelli davvero non perdonano… fino a quando non te ne liberi.