Da oltre un mese, ormai, stiamo vivendo una realtà drammatica e inaspettata, e ci rendiamo conto sempre di più di come la pandemia del coronavirus sta influenzando la vita a livello globale. E non sappiamo per quanto tempo ancora.
Durante questo periodo stiamo cercando di mantenerci in equilibrio mentre affrontiamo incertezza e impotenza, davanti a un evento che sfugge al nostro controllo e che ci porta a immaginare in che modo, tutto questo influenzerà il nostro futuro.
Milioni di persone in gran parte del pianeta, si stanno ponendo la stessa domanda: “cosa succederà dopo?”
Nella maggior parte dei casi, ciò che immaginiamo non è per niente piacevole… E questo non ci aiuta, anzi, non fa che appesantire lo stato emotivo aumentando ansia, incertezza, paura, riducendo al minimo l’energia vitale. Quell’energia che ci permette di essere lucidi ed equilibrati; consapevoli che, davanti a un evento che non possiamo evitare, possiamo contare sulla nostra intelligenza (che non ha niente a che fare con studi e lauree). Parlo di quell’intelligenza creativa che, guardando alle avversità non se ne lascia travolgere, ma ne tiene conto pensando alle possibilità; che si organizza con quello che possiede, quello che sa fare, quello che conosce, in qualsiasi settore e a qualsiasi livello.
È innegabile, che sia un momento difficile per tutti.
Ma è proprio in questo momento, mentre osserviamo ciò che accade e affrontiamo l’ignoto del post-coronavirus, che c’è bisogno di empatia, sostegno reciproco e fiducia.
Alcuni amici, che sento regolarmente, mi raccontano di quanto sia difficile in questo periodo, vivere a stretto contatto con la famiglia; moglie/marito/figli, dove ciascuno vuole i propri spazi e far valere i propri diritti (spesso a discapito degli altri componenti). Ognuno, a modo suo, è portato a manifestare la propria insofferenza, creando così, dispute e incomprensioni che spesso sfociano in litigi.
Eppure, questa è la situazione ideale per sperimentare empatia e sostenersi l’un l’altro. Empatia è: la capacità di comprendere lo stato d’animo dell’altro, sentirlo dentro, mettersi nei suoi panni.
Quando dico “ideale” non intendo bella, intendo che, forse non ci sarà occasione più calzante di questa per mettersi nei panni dell’altro, perché i suoi panni sono uguali ai nostri. Quale momento migliore, da sfruttare in positivo, per cercare di essere comprensivi e sostenerci l’un l’altro, sapendo che stiamo vivendo le stesse paure, le stesse incertezze, la stessa ansia, la stessa impotenza. Ma anche la stessa speranza.
Non isoliamoci nell’egocentrismo, credendo di essere i soli a soffrire, specialmente con le persone che abbiamo vicino. Può essere l’occasione per avvicinarsi un po’ di più l’uno all’altro, per creare alleanza, complicità. Può essere l’occasione per un incontro a livello più profondo, di amore e di fiducia.
Coltiviamo la fiducia.
Perché la fiducia è una risposta verso la vita in generale, la fiducia è un atteggiamento verso il presente che ci permetterà di raggiungere un futuro più felice, più libero, più completo.
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Bellissimo post!